CHIESA ARCIPRETALE E CAMPANILE
L’origine della chiesa di San Giorgio di Perlena in base ai documenti disponibili è oscura.
Non appare in nessuno tra i documenti del 1231, 1250, 1259 che riguardano in modo abbastanza dettagliato anche il territorio di San Giorgio di Perlena.
Ciò non significa che essa non esistesse, perché l’eventuale assenza nei suoi immediati dintorni di proprietà dei Ponzi prima e di Ezzelino III da Romano poi, sarebbe stata sufficiente a spiegare la mancanza delle citazioni.
In ogni caso però di essa non sappiamo nulla prima del 1297, sicché sul periodo anteriore possiamo soltanto fare delle ipotesi plausibili.
È certo che il territorio dell’attuale San Giorgio di Perlena era nel Duecento in buona parte messo a coltura e abitato; quindi l’esistenza di una chiesa campestre appare verosimile, soprattutto se si considera che alla data del 1250 risultano già esistenti, attestate da quegli stessi documenti, una chiesa isolata e marginale come quella di San Pietro di Lugo, situata poco lontano dal confine di nord-ovest di Fara Vicentino, e una località chiamata San Giorgio presso Lugo il cui nome presuppone una chiesa.
L’esistenza di una cappella a San Giorgio di Perlena in quel secolo appare verosimile soprattutto considerando che i territori circostanti avevano già a quel tempo le loro chiese.
Nel 1250 risultano funzionanti nel raggio di pochi chilometri ben quattro chiese costruite in momenti diversi durante il secolo precedente.
Sono le vicine chiese parrocchiali di Mure, Molvena, Villa di Molvena e Pianezze.
Senza contare poi le chiese di San Fortunato e di San Bartolomeo di Fara Vicentino già allora antiche.
La prima volta che un importante documento nomina la chiesa di San Giorgio di Perlena è nel 1297.
Nel grande elenco delle chiese italiane compilato per volontà del papa nel 1297, è elencata tra le chiese della diocesi di Padova anche la chiesa di San Giorgio di Perlena, retta dal chierico Giacobino e soggetta alla Pieve di Breganze.
La chiesa è sorta probabilmente nella prima metà del Duecento, durante l’epoca degli Ezzelini.
L’intitolazione a San Giorgio può infatti essere spiegata col fatto che il santo fu nel Medioevo protettore della cavalleria e il suo culto ebbe un larghissimo sviluppo in tutto l’Occidente.
La bellicosa epoca degli Ezzelini da Romano terminata nel 1259 potrebbe spiegare l’intitolazione, in un territorio come quello di Breganze che fu devoto, come tutta la fascia pedemontana, alla grande famiglia guerriera.
Come ogni nuova chiesa autorizzata dall’autorità ecclesiastica all’esercizio del culto, anche quella di San Giorgio di Perlena doveva avere fin dall’origine un proprio patrimonio terriero, necessario per il mantenimento del sacerdote.
Nel 1430 veniamo a sapere che essa era dotata di beni situati nella zona di Castegnamoro.
Una sommaria valutazione della chiesa venne fatta dal vicario del vescovo di Padova Diotisalvi da Foligno in occasione di una visita pastorale fatta nel 1455.
Il vicario trovò la chiesa completamente sporca, il fonte battesimale non chiuso e in pessime condizioni, alcune proprietà agricole parrocchiali usurpate da proprietari locali, riscontrò l’assenza di un inventario dei beni della chiesa e anche la sopravvivenza di antiche superstizioni.
Oltre trent’anni dopo, nel 1488, venne in visita pastorale alla chiesa il vescovo di Padova Pietro Barozzi.
La relazione del segretario del vescovo ne da una descrizione precisa:
“La chiesa è lunga metri 6.43, larga metri 5, alta metri 3.93, ha un’abside più larga che alta con un altare consacrato. La chiesa stessa è consacrata. L’intonaco è in parte dipinto, in parte no. Le travature sono in pessime condizioni e deformate. Il pavimento in tavole di abete é compatto, ma nella parte che conduce all’altare è rotto. Il reddito del beneficio parrocchiale è di dieci campi arativi che sono affittati“.
La dotazione di arredi sacri, minutamente descritta, sembra ampia e in discrete condizioni.
La notevole altezza della chiesa fa pensare a un tetto di paglia o di scandole, che per funzionare aveva bisogno di avere una forte pendenza e di essere quindi alto da terra.
Nel 1571 il vescovo Ormaneto in visita pastorale trovò ancora esistente la vecchia chiesa, che era rimasta immutata.
Nel 1770 iniziò la costruzione di quella nuova, che durante la visita pastorale del vescovo Giustiniani nel 1775 era ancora incompiuta.
Egli definì quella vecchia “molto angusta” e destinata in parte a diventare la sacrestia una volta terminata la nuova chiesa, la quale, anche se incompleta, entrò in funzione nel 1805.
Successivamente nel 1808 furono terminati la facciata e il pavimento, nel 1812 la spaziosa sacrestia.
Nel 1866 e 1867 ai tre altari precedenti ne furono aggiunti due di nuovi.
Il campanile fu costruito in pietra a forma di torre tra il 1821 e il 1827.
La consacrazione della chiesa avvenne nel 1889 e l’anno dopo essa divenne arcipretale.
Nel 1962 la chiesa fu restaurata e abbellita.
Nel 1992 ebbero inizio i lavori di sistemazione del tetto della chiesa e della tinteggiatura esterna, nel 1993 ebbero inizio i lavori di restauro del campanile e nel 1994 i lavori di restauro all’interno della chiesa.
All’interno è presente una pala d’altare di San Giorgio che uccide il drago realizzata da maestranze venete (periodo 1690-1710).
Inoltre, è risalente ad inizio Ottocento, l’affresco “pastori in adorazione” (parete sinistra presbiterio).
Il dipinto raffigurante Pentecoste, discesa Spirito Santo in apostoli e in Madonna raccolti in preghiera, è stato realizzato da Franco Verri (1994).